Legge regionale 9 dicembre 2008, n. 18
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Dati identificativi
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Tipo atto: PDL
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Numero atto: 1220
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Proponente: CONSR. DOTTORINI
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Titolo: PROMOZIONE DEGLI ACQUISTI PUBBLICI ECOLOGICI E INTRODUZIONE DI ASPETTI AMBIENTALI NELLE PROCEDURE DI ACQUISTO DI BENI E SERVIZI DELLE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE
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Pervenuto al Consiglio il: 14-03-2008
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Termine per riferire al Consiglio (dato di Commissione): 18 maggio 2008
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Codice esito conclusivo dell'iter dell'atto: APPROVATO
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Legislatura: VIII
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Valutazione ex ante
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Analisi tecnico normativa
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Materia del PDL: Il settore degli appalti è stato recentemente disciplinato ex novo dal D.Lgs. n. 163/2006 (Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture in attuazione delle direttive 2004/17/CE e 2004/18/CE) e successive modificazioni. L'art. 4 del D.Lgs. n. 163/2006 prevede che nelle materie di competenza legislativa regionale, le disposizioni del codice si applicano alle regioni nelle quali non sia ancora in vigore la normativa di attuazione. In Umbria, stante la mancanza di produzione legislativa successiva al D.Lgs. n. 163/2006, il testo di riferimento è rappresentato dal Codice dei contratti pubblici, che deve intendersi applicabile in luogo della legislazione regionale eventualmente in contrasto.
Inoltre, nel momento in cui provvedono a legiferare, le regioni non possono prevedere una disciplina diversa da quella del codice dei contratti in relazione: alla qualificazione e selezione dei concorrenti; alle procedure di affidamento, esclusi i profili di organizzazione amministrativa; ai criteri di aggiudicazione; al subappalto; ai poteri di vigilanza sul mercato degli appalti affidati all'Autoritàper la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture; alle attivitàdi progettazione e ai piani di sicurezza; alla stipulazione e all'esecuzione dei contratti, ivi compresi direzione dell'esecuzione, direzione dei lavori, contabilitàe collaudo, ad eccezione dei profili di organizzazione e contabilitàamministrative; al contenzioso.
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Potestàlegislativa regionale: Resta ferma la competenza esclusiva dello Stato a disciplinare i contratti relativi alla tutela dei beni culturali, i contratti nel settore della difesa, i contratti segretati o che esigono particolari misure di sicurezza relativi a lavori, servizi, forniture.
La proposta di legge non interviene sulla legislazione regionale esistente che, peraltro, merita più approfondita e radicale rivisitazione in sede di adeguamento della disciplina alle previsioni del codice degli appalti pubblici.
Sul riparto di potestàlegislativa Stato/Regioni in materia di appalti si è espressa la Corte costituzionale con sentenza n. 401/2007.
Più significativa nel contesto che qui interessa risulta la sentenza n. 431/2007 (punto 5 della scheda).
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Verifica della legittimitàcostituzionale: Si segnala la necessitàdi approfondire la previsione di cui all'art. 4 (Piano d'azione per gli acquisti verdi) nella parte in cui prevede di “aumentare la percentuale del 10 per cento per ogni triennio fino al raggiungimento di almeno il 60 per centoâ€Â.
Eventuali ulteriori osservazioni saranno svolte in sede di esame della proposta di legge.
Sentenza della corte costituzionale n. 431/2007.
Recentemente, con sent. n. 431/2007, la Corte costituzionale ha dichiarato incostituzionale, per violazione dell'art. 117, secondo comma, lett. e) della Costituzione, gli artt. 35, 36, 37, 38, 39, 43, 44, 45, 46, 47 e 48 della legge della Regione Campania 20 giugno 2006, n. 12. Nel settore degli appalti pubblici, infatti, la disciplina delle procedure di gara e, in particolare, la regolamentazione della qualificazione e selezione dei concorrenti, delle procedure di affidamento e dei criteri di aggiudicazione, in quanto mirano a consentire la piena apertura del mercato nel settore degli appalti, sono riconducibili nell'àmbito della tutela della concorrenza ex art. 117, secondo comma, lettera e ), della Costituzione, di esclusiva competenza del legislatore statale. E' evidente, pertanto, che le disposizioni regionali concernenti la fase dell'affidamento degli appalti invadono la sfera di competenza esclusiva del legislatore statale, tra l'altro esercitata con il d.lgs. n. 163 del 2006, le cui disposizioni sono inderogabili. Negli stessi termini vedi sentenze n. 401/2007 e n. 345/2004.
Sono altresì stati dichiarati costituzionalmente illegittimi, per violazione dell'art. 117, secondo comma, lett. l) della Costituzione, gli artt. 51-58 del capo III del titolo III della legge della campana. Nel settore degli appalti pubblici, infatti, la disciplina dell'attivitàcontrattuale della pubblica amministrazione, che ha inizio con la stipulazione del contratto e che comprende l'intera fase della esecuzione del rapporto contrattuale, inerendo a rapporti di natura privatistica, in relazione ai quali sussistono imprescindibili esigenze di garanzia di uniformitàdi trattamento sull'intero territorio nazionale, riferite alla conclusione ed esecuzione dei contratti di appalto, deve essere ricondotta all'ambito dell'ordinamento civile, di spettanza esclusiva del legislatore statale.
Infine, il collaudo, oggetto delle disposizioni impugnate della legge regionale abruzzese n. 33/2006, costituisce un istituto tipico del contratto di appalto, come tale disciplinato dal codice civile (art. 1665 e segg.), il quale, pur caratterizzato da elementi di matrice pubblicistica, conserva prevalente natura privatistica e rientra, quindi, nell'àmbito materiale dell'ordinamento civile. Inoltre, con la sentenza citata, si è ulteriormente affermato che, anche in riferimento al collaudo è ravvisabile una ulteriore funzione di garanzia della concorrenzialitànel mercato, funzione in corrispondenza della quale si delinea l'ulteriore competenza esclusiva statale in materia di tutela della concorrenza.
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Normativa europea in materia: Quanto al particolare aspetto dei criteri di sostenibilitàambientale da prendere in considerazione negli acquisti della p.a., si segnala che il panorama normativo comunitario è il seguente:
• VI° Programma d'Azione per l'Ambiente dell'Unione europea;
• Comunicazione della Commissione europea n. 302 del 18 giugno 2003 (Politica integrata dei prodotti - Sviluppare il concetto di ciclo di vita ambientale);
• Comunicazione interpretativa della Commissione europea n. 274/01 (Il diritto comunitario degli appalti pubblici e le possibilitàd'integrare considerazioni di carattere ambientale negli appalti pubblici);
• Direttive sugli appalti pubblici recepite dal Codice sopra menzionato.
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Coordinamento con la normativa vigente: Il panorama legislativo regionale umbro consta, allo stato attuale, delle seguenti leggi:
L.R. n. 11/1979: Regolamentazione dell'amministrazione dei beni regionali e della attivitàcontrattuale;
L.R. n. 19/1986: Disciplina per la programmazione e l'esecuzione delle opere pubbliche;
L.R. n. 31/1995: Istituzione della Rete telematica regionale sugli appalti (Re.T.R.A.).
Disposizioni nazionali:
• Deliberazione 2 agosto 2002, n. 57 del CIPE (Strategia d'azione ambientale per lo sviluppo sostenibile in Italia);
• D.M. 8 maggio 2003, n. 203;
• D.Lgs. n. 163/2006;
• Disegno di legge n. 231 (Senato), XV legislatura.
Disposizioni delle altre regioni:
• proposte di legge all'esame di Assemblee legislative regionali;
• l.r. Puglia 1 agosto 2006, n. 23;
• l.r. Lombardia 11 dicembre 2006, n. 24;
• l.r. Liguria 13 agosto 2007, n. 31;
• l.r. Abruzzo 19 dicembre 2007, n. 45;
• l.r. Campania 20 giugno 2006, n. 12.
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Necessitàdel ricorso allo strumento normativo: Il contenuto delle disposizioni recate dlla proposta di legge giustifica l'utilizzo dello strumento legislativo.
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Adeguatezza della relazione di accompagnamento: La relazione di accompagnamento ben contestualizza la necessitàpolitica dell'intervento. Per contro, risulta lacunosa l'illustrazione dei contenuti normativi del provvedimento, specialmente in relazione ai rilievi svolti in tema di costituzionalitàdella legge.
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Pertinenza del titolo rispetto all'articolato: Il titolo della proposta di legge è sufficientemente esaustivo del relativo contenuto.
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Presenza di definizioni e loro correttezza: Le definizioni riportate nell'articolato legislativo sono mutuate da livelli ordinamentali nazionali e comunitari. Pertanto non sono innovativi e non comportano la necessitàdi approfondimenti tecnici.
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Presenza di riferimenti normativi e loro correttezza: I riferimenti normativi indicati nell'articolato di legge risultano corretti.
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Nell'ipotesi di rinvii ad atti regolamentari ed amministrativi, previsione di meccanismi di garanzia contro eventuali inerzie: Il testo di legge prevede l'adozione di ulteriori atti amministrativi, di piani d'azione e di programmi operativi. Non sono esplicitati meccanismi sostitutivi nel caso di eventuali inerzie. E' invece previsto un sistema periodico di verifica circa lo stato di attuazione del piano d'azione triennaleper gli acquisti verdi.
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Presenza di effetti abrogativi impliciti: La valutazione della portata abrogativa implicita del provvedimento non è di immediata presa. Si noti che con l'introduzione del codice dei contratti la normativa regionale è stata in buona sostanza superata.
La proposta di legge innova ulteriormente la materia e comporta l'adeguamento delle Amministrazioni alle nuove disposizioni, con ulteriore svilimento della disciplina regionale ancora formalmente in vigore.
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Rinvio ad atti per l'attuazione del PdL: L'attuazione dellla proposta di legge necessita dell'adozione di numerosi provvedimenti amministrativi. In particolare gli effetti della legge si esplicheranno con l'emanazione di bandi da redigere secondo i nuovi criteri indicati dalla proposta di legge.
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Data chiusura: 24/09/2008
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Analisi documentale
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Obiettivi
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Obiettivi diretti ed espliciti: Si
Obiettivo della proposta di legge è di introdurre dei criteri di sostenibilitàambientale nelle procedure di acquisto di beni e servizi da parte della pubblica amministrazione, attraverso i quali è possibile scegliere prodotti e servizi che hanno un minore o un ridotto effetto sulla salute umana e sull'ambiente rispetto ad altri prodotti e servizi utilizzati allo stesso scopo.
A tal fine si propone di adottare la politica comunitaria del "Green public procurement" (acquisti verdi della pubblica amministrazione) come sistema di orientamento dei consumi pubblici verso beni e servizi ambientalmente compatibili, che comportino un vantaggio economico per l'amministrazione pubblica, tenendo conto dei costi sostenuti lungo l'intero ciclo di utilizzo del prodotto o del servizio. I cosiddetti “acquisti verdi†mirano quindi a ridurre l'impatto ambientale di prodotti e servizi utilizzati dalle amministrazioni pubbliche; il consumo di risorse naturali non rinnovabili; la produzione di rifiuti, incentivando al contempo l'utilizzo di materiali recuperati o riciclati post-consumo; ancora riduzione dei rischi ambientali, mediante la progressiva limitazione, sostituzione o eliminazione dell'acquisto di prodotti tossici, pericolosi o di difficile smaltimento o comunque a significativo impatto ambientale.
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Strumenti previsti per perseguire gli obiettivi: La legge prevede l'introduzione, da parte delle pubbliche amministrazioni (cfr. destinatari della legge), di un Piano d'azione di durata triennale, da approvare entro un anno dalla data di entrata in vigore della legge, finalizzato alla predisposizione di un programma operativo per l'introduzione di criteri ambientali nelle procedure di acquisto di beni e servizi (art. 4,. c.1). Il Piano, contiene obiettivi di riconversione degli acquisti nelle seguenti categorie merceologiche (art. 4, c.3):
a) arredi;
b) materiali da costruzione;
c) manutenzione delle strade;
d) gestione del verde pubblico;
e) illuminazione e riscaldamento;
f) elettronica;
g) tessile;
h) cancelleria;
i) ristorazione;
j) materiali per l'igiene;
k) trasporti.
Il Piano d'azione dovràessere predisposto in modo tale da consentire alcuni precisi obiettivi temporali di riconversione degli acquisti pubblici secondo criteri ambientali:
- almeno il 30% delle forniture al termine del primo triennio;
- un ulteriore 10% per ogni triennio successivo, fino ad arrivare ad una quota non inferiore al 60% della totalitàdelle forniture e degli acquisti.
I criteri generali di cui le amministrazioni devono tenere conto nella predisposizione del Piano d'azione riguardano (art. 4, c.2):
1. la riduzione dell'uso delle risorse naturali;
2. la sostituzione delle fonti energetiche non rinnovabili con quelle rinnovabili;
3. la riduzione della produzione di rifiuti;
4. la riduzione delle emissioni inquinanti;
5. la riduzione dei rischi ambientali;
6. la produzione di rifiuti non tossici, riutilizzabili o riciclabili.
Altri strumenti per conseguire le finalitàdella legge e per favorire lo sviluppo di una maggiore sensibilitàdelle problematiche relative all'ecocompatibilitàdella spesa pubblica, sono costituiti dai provvedimenti di competenza della Regione che si concretizzano nella promozione di iniziative nei confronti di soggetti pubblici e privati, anche mediante la stipula di apposite intese, accordi e convenzioni, organizzazione di campagne promozionali, convegni e ogni altra iniziativa di carattere divulgativo.
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Corrispondenza con la programmazione regionale: – Dalla relazione di accompagnamento alla proposta di legge:
Nella relazione di accompagnamento all'atto non si riscontrano dei riferimenti alla programmazione regionale, nonostante in essa si ritrovino una serie di riferimenti normativi sia comunitari che nazionali.
– Da atti di programmazione regionale
Si ritrova un richiamo esplicito agli acquisti verdi nella DGR 25 febbraio 2008, n. 179 “Nuovo Piano regionale di gestione dei rifiuti. Approvazione del ‘Documento preliminare per il nuovo Piano regionale di gestione dei rifiuti comprensivo del rapporto preliminare sui possibili impatti ambientali'. Attuazione della procedura di Valutazione Ambientale Strategicaâ€Â. In particolare al paragrafo 5. Il percorso metodologico e gli indirizzi per la definizione di una nuova politica di gestione dei rifiuti in ambito regionale, tra i contenuti del nuovo Piano, da redigere sulla base delle indicazioni fornite dalla normativa in materia di rifiuti, compare alla lett e) tra le altre la previsione che vi sia la “definizione delle disposizioni volte all'utilizzo, da parte degli Enti pubblici e delle societàa prevalente capitale pubblico, di un quantitativo di materiali riciclati non inferiori al 30% del fabbisogno (acquisti verdi)â€Â.
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Effetti su altri settori o ambiti diversi da quelli previsti: Si
L'approccio insito nel GPP è funzionale alla razionalizzazione e al contenimento della spesa pubblica e rappresenta anche un fattore di incremento della competivitàdel sistema, come indicato dalla Strategia di Lisbona.
Inoltre, poiché il GPP coinvolge settori che tradizionalmente non si occupano di aspetti amientali (come ad esempio gli uffici di economato delle amministrazioni) favorisce l'integrazione delle problematiche ambientali in tutte le politiche di settore della Pubblica Amministrazione, promuovendo una diffusione della cultura della sostenibilitàambientale.
Per questo motivo la diffusione dei principi del GPP può rappresentare un forte traino al mercato dei prodotti ecologici, non soltanto per il peso consistente degli acquisti pubblici, ma anche per il ruolo di esempio che le Amministrazioni assumono nei confronti dei cittadini.
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Destinatari
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Destinatari diretti: Destinatari diretti della legge sono la Regione, le Province, i Comuni con una popolazione residente non inferiore ai 5.000 abitanti, le Societàa capitale prevalentemente pubblico, i Concessionari di pubblici servizi, nonché altri enti, istituzioni e aziende dipendenti o soggette alla vigilanza degli stessi, che operano nel territorio regionale (art. 3).
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Destinatari indiretti: I destinatari indiretti del pdl si possono individuare nel sistema delle imprese operanti nei settori della produzione di beni e dei servizi maggiormente connessi alle questioni della sostenibilitàambientale (per esempio, elettronica, bioedilizia, trasporto pubblico ecc.). Promuovendo gli appalti verdi, gli enti pubblici possono infatti offrire all'industria incentivi concreti per lo sviluppo di nuove tecnologie.
Inoltre anche l'intera popolazione regionale beneficia indirettamente degli effetti del pdl nella misura in cui si innescano modelli di comportamento sostenibili, ma anche in termini di miglioramento della salute umana, derivante dal minore impatto ambientale degli acquisti pubblici.
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Zone territoriali di intervento: L'intervento previsto è rivolto all'intero territorio regionale.
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Forme di pubblicitàper i destinatari: Si
Nel pdl la Regione, in linea con tutte e azioni promosse dalla UE, dirette a stimolare la diffusione di prodotti compatibili con l'ambiente - la cosiddetta “politica integrata di prodotto" (IPP) - oltre a prevedere la progettazione ecologica del prodotto, deve puntare sull'informazione dei consumatori finali, e pertanto in questa ottica l'art. 2 prevede:
- la promozione della diffusione di tecnologie e tecniche eco-compatibili, di sistemi di produzione a ridotto impatto ambientale e sistemi pubblici di etichettatura ecologica dei prodotti;
- la promozione a livello regionale e locale di attivitàd'informazione sensibilizzazione alla problematica degli acquisti ecologici, di modelli di consumo più responsabili nei confronti dell'ambiente da parte dei soggetti pubblici, delle imprese e dei cittadini.
Ancora la Regione promuove iniziative e azioni nei confronti di altri soggetti pubblici e privati e organizza campagne promozionali, convegni e ogni altra iniziativa di carattere divulgativo al fine di favorire la conoscenza delle problematiche relative all'ecocompatibilitàdella spesa pubblica.
Si può considerare una forma di pubblicitàanche il bando di gara per appaltare la fornitura di beni e servizi, dove possono essere inserite clausole ambientali tra i criteri di valutazione dell'offerta.
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Forme di partecipazione per i destinatari/cittadinanza: Si
Nel pdl non si riscontrano vere e proprie forme di partecipazione con i destinatari, anche se per il conseguimento delle finalitàla Regione promuove la stipula di apposite intese, accordi e convenzioni diretti, nei confronti di soggetti pubblici e privati.
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Analisi del contesto
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Definizione dei fenomeni oggetto dell'intervento
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Definizione contenuta nell'atto: No
Non sono presenti definizioni
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Rispondenza dell'atto a particolari emergenze o gravi situazioni determinatasi sul territorio: No
La proposta di legge non sembra rispondere ad una particolare emergenza o a gravi situazione determinatesi nel territorio.
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Rispondenza dell'atto ad esigenze di nuove realtàsocio-economiche: No
La proposta di legge non sembra rispondere a particolari esigenze di nuove realtàsocio economiche, ad eccezione delle considerazioni, peraltro bene illustrate nella relazione di accompagnamento, secondo le quali è necessario rivedere il modello di sviluppo attuale, e di conseguenza i modi di produzione e di consumo, partendo dal presupposto che le risorse naturali non sono illimitate. Sulla base di queste premesse occorre pertanto introdurre criteri di valutazione ambientale e ragionare in termini di “sviluppo sostenibileâ€Â.
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Presenza di dati e informazioni nella relazione d'accompagnamento: Si
La relazione di accompagnamento contestualizza in modo appropriato la politica del Green Public Procurement (approvvigionamenti pubblici verdi) nell'ambito delle questioni riguardanti la sostenibilitàambientale e contiene alcuni dati di contesto, di cui però non viene citata la fonte.
In base a quanto contenuto nella relazione, il settore degli approvvigionamenti pubblici rappresenta mediamente il 12% del PIL dell'Unione Europea, ma raggiunge il 17% del PIL in Italia e il 19% in Francia ed in altri Stati membri.
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Dati e informazioni di sintesi: studi
La politica del Green Public Procurement
Quando si parla di "acquisti pubblici verdi" (Green Public Procurement - GPP) si vuole intendere una politica degli acquisti secondo la quale le Pubbliche Amministrazioni integrano considerazioni di carattere ambientale, attraverso l'inserimento di opportuni criteri, nelle procedure di appalto di beni, servizi o lavori. In tale modo si cerca di tenere conto del minore impatto ambientale che gli approvvigionamenti possono avere durante l'intero ciclo di vita del bene o servizio, dall'estrazione delle materie prime necessarie alla loro produzione, allo smaltimento dei rifiuti da questi derivanti.
Il concetto del Green Procurement, su scala internazionale, è stato originariamente promosso e sostenuto dall'OCSE, ma è stato incoraggiato anche dall'Unione Europea, che ne parla diffusamente giànel "Libro Verde sulla politica integrata dei prodotti" del 1996 e successivamente nel testo del "Sesto Programma d'Azione in campo ambientale".
La direttiva comunitaria 2004/CE/18, relativa al "coordinamento delle procedure di aggiudicazione degli appalti pubblici di forniture, servizi e lavori" è il però il documento che riconosce definitivamente la possibilitàdi inserire una variabile ambientale tra i criteri di valorizzazione dell'offerta nelle procedure di appalto.
Nell'aprile 2006, in attuazione di questa direttiva comunitaria, è stato pubblicato in Italia il "Codice dei contratti pubblici a lavori, servizi e forniture" (d.lgs. 12/05/2006, n.163). Il Codice, pur non rendendo obbligatoria la pratica degli acquisti verdi, lascia la possibilitàa tutte le amministrazioni pubbliche e agli Enti locali di effettuare scelte ambientalmente e socialmente sostenibili. L'art. 2, comma 2 stabilisce infatti che "Il principio di economicitàpuò essere subordinato, [...] ai criteri previsti dal bando ispirati ad esigenze sociali, nonché alla tutela della salute e dell'ambiente e alla promozione dello sviluppo sostenibile".
Infine, con il recente Decreto interministeriale n. 135/2008 (Ministeri dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Ministero dell'Economia e delle Finanze e Ministero dello Sviluppo Economico) è stato approvato il "Piano di azione per la sostenibilitàambientale dei consumi nel settore della pubblica amministrazione" (PAN), che va sottoposto ad revisione almeno triennale, volto a favorire su tutto il territorio nazionale, la diffusione e l'implementazione di pratiche di acquisto sostenibili presso le amministrazioni aggiudicatrici di appalti, forniture e lavori.
Il Piano d'Azione Nazionale rinvia ad appositi decreti emanati dal Ministero dell'Ambiente e della tutela del Territorio e del Mare l'individuazione di un set di criteri ambientali “minimi†per ciascuna tipologia di acquisto che ricade nell'ambito delle categorie merceologiche individuate.
I criteri ambientali minimi sono le “indicazioni tecniche†del Piano d'Azione Nazionale, che consisteranno sia in considerazioni generali che in considerazioni specifiche di natura prevalentemente ambientale e, quando possibile, etico-sociale collegate alle diverse fasi delle procedure di gara (oggetto dell'appalto, specifiche tecniche, criteri premianti della modalitàdi aggiudicazione all'offerta economicamente più vantaggiosa, condizioni di esecuzione dell'appalto) che, se recepite dalle “stazioni appaltantiâ€Â, saranno utili a classificare come “sostenibile†l'acquisto o l'affidamento.
I criteri ambientali si definiscono “minimi†essendo elementi “di base†di qualificazione delle iniziative ambientalmente preferibili e la somma degli elementi tecnici atti a garantire un'adeguata risposta da parte del mercato dell'offerta.
Le categorie prioritarie individuate dal Piano sono le seguenti:
- arredi (mobili per ufficio, arredi scolastici, arredi per sale archiviazione e sale lettura)
- edilizia (costruzioni e ristrutturazioni di edifici con particolare attenzione ai materiali da costruzione, costruzione e manutenzione delle strade)
- gestione dei rifiuti
- servizi urbani e al territorio (gestione del verde pubblico, arredo urbano)
- servizi energetici (illuminazione, riscaldamento e raffrescamento degli edifici, illuminazione pubblica e segnaletica luminosa)
- elettronica (attrezzature elettriche ed elettroniche d'ufficio e relativi materiali di consumo, apparati di telecomunicazione)
- prodotti tessili e calzature
- cancelleria (carta e materiali di consumo)
- ristorazione (servizio mensa e forniture alimenti)
- servizi di gestione degli edifici (servizi di pulizia e materiali per l'igiene)
- trasporti (mezzi e servizi di trasporto, Sistemi di mobilitàsostenibile)
Il lavoro di definizione dei criteri minimi è stato giàavviato nell'ambito delle attivitàdel Comitato di Gestione. Al momento sono in attesa di formalizzazione i criteri sulle attrezzature elettriche ed elettroniche d'ufficio, sono in fase di consultazione i criteri per la carta.
In linea di principio, orientarsi verso gli acquisti verdi, rappresenta una scelta abbastanza semplice per tutti le amministrazioni pubbliche. Tanto più che, una politica che predilige gli acquisti verdi, non richiede normalmente alcuna
modifica strutturale od organizzativa. Tuttavia, mettere in pratica la politica del GPP richiede innanzitutto, una serie di pianificazioni strategiche che si concretizzano nel:
- prevedere un'adeguata formazione per il personale addetto agli acquisti;
- assicurare l'accesso alle informazioni ambientali;
- determinare le prioritànella scelta dei contratti più adatti in termini di sostenibilitàambientale.
Infatti, il personale addetto agli acquisti deve essere opportunamente istruito, così da possedere un'adeguata conoscenza a livello giuridico, finanziario ed
ambientale, in modo da poter decidere dove i fattori ambientali possano essere meglio introdotti nella procedura di appalto, se a quel livello costituiscano la soluzione migliore in termini di rapporto qualità/prezzo e se soddisfino le prioritàambientali fissate dall'ente.
L'impatto ambientale della politica GPP
Le organizzazioni pubbliche e a partecipazione pubblica, dagli enti locali territoriali a quelli nazionali, dalle universitàalle scuole di ogni ordine e grado, dagli ospedali alle agenzie, acquistano ogni anno quantitativi ingenti di prodotti e servizi. La Commissione europea, in uno studio preliminare all'emanazione della direttiva 2004/CE/18, stima che le pubbliche amministrazioni aderenti all'Unione Europea spendano approssimativamente 1.500 miliardi di Euro l'anno, che rappresenta circa il 16% del Prodotto interno lordo. Questo dato include, ad esempio, l'acquisto annuale di 2 milioni e ottocentomila computer e monitor effettuato dalle pubbliche amministrazioni dell'Unione.
Con questo significativo potere di mercato le autoritàpubbliche non solo sono in grado di realizzare sostanziali miglioramenti ambientali, economici e sociali diretti, ma sono anche capaci di esercitare una considerevole influenza nello spingere l'intero mercato verso la fornitura di prodotti e servizi maggiormente sostenibili.
La Commissione europea ha recentemente cofinanziato il progetto di ricerca "Relief" al fine di valutare scientificamente i potenziali benefici
a livello ambientale derivanti da un'adozione su larga scala dei principi previsti dal GPP. I principali risultati della ricerca mostrano che:
• se tutti gli enti pubblici nel territorio dell'UE richiedessero la fornitura di elettricitàverde, si abbatterebbero circa 60 milioni di tonnellate di CO2, corrispondenti al 18% degli impegni previsti dal Protocollo di Kyoto. Una percentuale equivalente si potrebbe raggiungere qualora gli enti pubblici optassero per edifici ad elevata qualitàambientale;
• se tutti gli enti pubblici nel territorio dell'UE richiedessero computer a basso consumo energetico, con un conseguente reindirizzamento del mercato dell'elettronica in questa direzione, 830.000 tonnellate di CO2 non verrebbero più immesse nell'atmosfera;
• se tutti gli enti pubblici europei scegliessero servizi igienico-sanitari a ridotto consumo di acqua potabile, si potrebbe generare un risparmio di circa 200 milioni di tonnellate, pari a circa l'1% del consumo totale di acqua nell'Unione Europea.
L'esperienza italiana del GPP
In Italia sono operative giàda diversi anni esperienze di GPP realizzate presso enti pubblici, specie a livello locale.
Gli enti pionieri hanno avuto il merito di dare un impulso alla diffusione del GPP, anche attraverso la costruzione di network nell'ambito dei quali sono state promosse iniziative di formazione e divulgazione che hanno consentito la creazione di una conoscenza di base su metodologie e buone pratiche del GPP.
Il Gruppo di Lavoro Acquisti Verdi costituito nell'ambito del Coordinamento Agenda 21 raggruppa oggi oltre 100 amministrazioni e altri soggetti interessati al GPP.
A livello centrale Consip, l'agenzia che fa capo al Ministero dell'Economia e Finanze e che nell'ambito del Programma di Razionalizzazione della Spesa Pubblica si occupa degli acquisti di beni e servizi per la PA, ha intrapreso la definizione di alcuni criteri ambientali all'interno delle proprie convenzioni quadro e del mercato elettronico anche in collaborazione con il Ministero dell'Ambiente. Nell'ambito dell'attivitàdi gestione del Piano d'Azione Nazionale per il GPP la presenza di Consip garantiràla più ampia diffusione di prodotti e servizi dalle performance ambientali migliori presso le PA.
Grazie al Piano d'Azione Nazionale per il GPP (PAN) e alle conseguenti attivitàdi gestione e coordinamento molti altri soggetti saranno sempre più coinvolti nella tematica del GPP: oltre ai Ministeri competenti e gli enti di supporto tecnico (APAT, ENEA, CONSIP), un ruolo attivo saràsvolto dalle associazioni dei produttori e dagli enti locali.
Lo stesso PAN attribuisce alle regioni un ruolo di rilievo: è richiesto infatti non solo l'impegno negli acquisti verdi per le proprie forniture di beni e servizi e gli appalti ai lavori, ma anche e soprattutto l'inclusione del GPP nella normativa regionale, la possibilitàdi veicolare incentivi economici nella direzione di promuovere il GPP e il supporto agli enti locali nell'orientare i propri acquisti verso criteri di sostenibilitàambientale.
Un'esperienza significativa da questo punto di vista è quella della Regione Lombardia, che ha pubblicato nel 2007 i primi bandi di gara con requisiti di efficienza energetica e sostenibilitàambientale per la gestione del centro stampa regionale, per il noleggio delle fotocopiatrici e per l'acquisto di carta in risme. A tali contratti attivi possono aderire, oltre agli enti del sistema regionale, anche gli enti locali e gli stessi comuni in virtù di un Protocollo di intesa tra Regione Lombardia e ANCI Lombardia. Relativamente alle fasi di utilizzo e gestioni di beni e servizi acquisiti la Regione ha previsto da tempo contenitori per la raccolta differenziata dei rifiuti di ufficio, e la raccolta e il riciclo dei toner. E' attualmente in fase di attuazione un corso di addestramento al corretto utilizzo dei dispositivi di efficienza energetica di cui sono dotate le diverse attrezzature elettroniche in dotazione agli uffici.
Tali pratiche sono sia di natura volontaria, ma anche dettate dal rispetto della normativa regionale in materia. La l.r. 26/2003 "Disciplina dei servizi locali di interesse economico generale" prevede all'art. 22 che la Regione e gli Enti locali provvedono all'approvvigionamento di beni attraverso prodotti riciclati per una quota non inferiore al 35% del fabbisogno annuo. Inoltre nella l.r. 24/2006 "Norme per la prevenzione e la riduzione delle emissioni in atmosfera a tutela della salute e dell'ambiente" sono invece presenti espliciti riferimenti al GPP in relazione alla dotazione di veicoli a basso impatto ambientale (art. 14, c. 2), all'acquisto di apparecchiature elettroniche e informatiche che rispondono a requisiti di efficienza energetica (art. 26, c. 1) e alla promozione di programmi e progetti pilota di acquisti verdi per introdurre criteri ecologici negli appalti pubblici di lavori, forniture e servizi (art. 5, c. 5).
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Riferimenti documentali: • Libro Verde sulla Politica Integrata di Prodotto (IPP), Commissione delle ComunitàEuropee, COM (2001) 68def. del 7 febbraio 2001;
• Decisione N.1600/2002/CE/ del 22 luglio 2002, del Parlamento Europeo e del Consiglio dell'Unione Europea, relativa al Sesto Programma Comunitario di azione in materia di ambiente “Ambiente 2010: il nostro futuro, la nostra sceltaâ€Â;
• Comunicazione interpretativa COM(2002) 274def. del 4 luglio 2001 sugli appalti pubblici
• Direttiva 2004/18/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio, del 31 marzo 2004, relativa al coordinamento delle procedure di aggiudicazione degli appalti pubblici di lavori, forniture e servizi
• Strategia d'azione ambientale per lo sviluppo sostenibile in Italia, Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio, luglio 2002 approvato con delibera del Comitato Interministeriale della Programmazione Economica, n. 57 del 2 agosto 2002 (G.U. 30 ottobre 2002, n. 225);
• D.M. 08.05.2003 n. 203, Norme affinché gli uffici pubblici e le societàa prevalente capitale pubblico coprano il fabbisogno annuale di manufatti e beni con una quota di prodotti ottenuti da materiale riciclato nella misura non inferiore al 30% del fabbisogno medesimi e relative circolari esplicative;
• Decreto Legislativo 12.05.2006, n. 163, Codice dei contratti pubblici di lavori, servizi e forniture;
• Regione Abruzzo: L.R. 19.12.2007 n. 45, Norme per la gestione integrata dei rifiuti;
• Regione Campania Delib.G.R. 3-8-2007 n. 1445 Promozione del Green Public Procurement;
• Regione Liguria L.R. 13-8-2007 n. 31 Organizzazione della regione per la trasparenza e la qualitàdegli appalti e delle concessioni;
• Regione Lombardia: L.R. 11.12.2006, n. 24, Norme per la prevenzione e la riduzione delle emissioni in atmosfera a tutela della salute e dell'ambiente.
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Bibliografia essenziale: • Commissione Europea, Acquistare verde! Un manuale sugli appalti pubblici ecocompatibili, Ufficio delle comunicazioni ufficiali delle ComunitàEuropee, Lussemburgo, 2005;
• Commissione Europea. Rapporto sul funzionamento del mercato degli acquisti pubblici nell'Unione Europea: benefici dell'applicazione delle direttive EU e possibilitàper il futuro, Lussemburgo, (2004);
• OCSE, Greener Public Purchasing, Paris, 2000;
• Regione Lombardia, ARPA della Lombardia, Qualitàdell'ambiente. Gli acquisti verdi delle Pubbliche Amministrazioni in Lombardia, Monitoraggio 2008;
• Provincia di Bologna, I Love Shopping... in verde, manuale ed esperienze pratiche per gli acquisti verdi nelle Pubbliche Amministrazioni, Settembre 2006.
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Analisi economica
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L'intervento si caratterizza come: Acquisto beni/servizi
L'introduzione di criteri di sostenibilitàambientale nelle procedure di acquisto di beni e servizi comporteràl'effettivo acquisto di nuovi beni e servizi con caratteristiche di sostenibilitàambientale.
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L'intervento si caratterizza come: Strutturale
I nuovi criteri infatti andranno a modificare la domanda di beni e servizi della Pubblica Amministrazione non in modo occasionale, ma nella sua logica, cambiando la sua struttura in un'ottica di lungo periodo.
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Soggetti economici coinvolti direttamente o indirettamente: La Pubblica Amministrazione nell'ambito di intervento del PDL agisce come un consumatore modificando la propria domanda di beni e servizi ed è quindi il soggetto economico coinvolto direttamente.
Le imprese cercheranno di soddisfare la nuova domanda, modificando la propria offerta di beni e servizi, e quindi sono il soggetto economico coinvolto indirettamente.
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Fondamenti economici dell'intervento: L'intervento si inserisce nell'insieme delle azioni per l'ambiente, che perseguono l'obiettivo di uno sviluppo sostenibile, in cui i costi ambientali e il consumo di risorse naturali vengono valutati e interpretati come costi economici nel breve e lungo periodo.
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Completezza delle informazioni economiche presenti nella relazione di accompagnamento: Si
La relazione vede nelle dinamiche di mercato lo strumento per perseguire il miglioramento ambientale, spiegando come gli acquisti ‘verdi' oggetto del PDL andranno a intervenire dal lato della domanda alla diffusione di prodotti compatibili con l'ambiente.
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Valutazione dei possibili effetti economici dell'intervento: Le Pubbliche Amministrazioni avranno dei maggiori costi diretti per l'acquisto di beni e servizi con requisiti di più alta qualitàambientale, ma la Pubblica Amministrazione stessa avràindirettamente minori costi per smaltimento di rifiuti, per risanamento ambientale, per costi collegati alla salute dei cittadini.
I maggiori costi diretti saranno comunque mitigati e livellati dal criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa prevista nell'aggiudicazione dell'appalto.
Il fare riferimento a sistemi di certificazione ambientale EMAS, ISO 14001 o altri conformi alla normativa comunitaria, europea o internazionale, potrebbe comportare almeno temporaneamente uno spostamento dell'area geografica dei fornitori, infatti la diffusione di questi sistemi di gestione ambientale non è uniforme tra le regioni italiane, all'interno dell'Unione Europea o a livello internazionale.
Vedi grafici in allegato.
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Analisi della politica pubblica
- Attuazione dell'atto
| Soggetto attuatore |
Tipo provvedimento |
Oggetto del provvedimento |
Tempi previsti |
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| Regione | | promuove azioni nei confronti di altri soggetti pubblici e privati, anche mediante stipula di intese, convenzioni | |
| Regione | | organizza campagne promozionali, convegni e ogni altra iniziativa per favorire la conoscenza delle problematiche relative all'eco-compatibilità| |
| Regione ,Province, Comuni | | approvano un Piano d'azione (triennale) | entro un anno dall'entrata in vigore della legge |
| Regione, Province, Comuni | | monitoraggio annuale dello stato di attuazione del Piano | |
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Data chiusura: 24/09/2008
- Documenti allegati